Evacuatə e depressə: la condizione delle persone trans in tempo di guerra

Articolo tratto da LGBT-propaganda, numero 1, 25 novembre 2022, qui
Traduzione dal russo di Anastasia Komarova
Revisione di Sara Deon
Immagine: Trans Right Map a cura di Transgender Europe (TGEU)


Introduzione a cura della traduttrice

LA PRESENTE PUBBLICAZIONE (ZINE) PROMUOVE I RAPPORTI E L’AMORE NON TRADIZIONALI. UTILIZZANDO LA RETE DI INFORMAZIONE E TELECOMUNICAZIONE “INTERNET”, LA ZINE DIFFONDE INFORMAZIONI VOLTE ALLA FORMAZIONE DI ATTEGGIAMENTI SESSUALI NON TRADIZIONALI, DISTORCE LE IDEE SUL VALORE DELLA FAMIGLIA E INDUCE NEI BAMBINI IL DESIDERIO DI CAMBIARE GENERE

Nota della traduttrice: nella traduzione è stata mantenuta l’ortografia originale adottata dall’autrice.


Evacuatɜ e depressɜ: la condizione delle persone trans in tempo di guerra

L’endocrinologa, membro dell’associazione WPATH (The World Professional Association for Transgender Health) e attivista transfemminista Eva-Lilith Cvetkova parla dell’impatto delle guerre sulla vita delle persone trans attraverso l’esempio dell’invasione russa in Ucraina

L’ONU ha riconosciuto le persone LGBTQ come un gruppo particolarmente a rischio nel contesto della guerra in Ucraina e, insieme a ILGA-Europe, ha pubblicato una serie di raccomandazioni affinché le organizzazioni umanitarie includano le persone queer nei propri programmi. Allo stesso tempo, la situazione delle persone trans è ancora più drammatica: si tratta di una condizione più difficile da “nascondere” in caso di pericolo e le persone trans hanno più spesso bisogno di cure mediche, l’accesso alle quali diventa particolarmente difficile in condizioni di guerra.

Mobilitazione ed evacuazione

Subito dopo l’inizio della mobilitazione in Ucraina, sono emerse le testimonianze di donne trans a cui non era stato permesso di lasciare il paese a causa del genere anagrafico maschile nei documenti d’identità. Così, il 15 aprile, una ragazza trans di 26 anni con genere anagrafico maschile non è riuscita a recarsi in Moldavia, ed è stato redatto un verbale a suo carico “per aver tentato di attraversare illegalmente il confine”.

Alcune persone riportano episodi di transfobia e violenze da parte degli agenti di frontiera. Il 12 marzo, una ragazza trans di nome Yudis, in possesso di documenti già rettificati, è stata oggetto di insulti e di un’ispezione corporale alla frontiera, dopodiché le è stato negato il permesso di lasciare il paese per recarsi in Polonia. In una situazione simile si è trovata anche Alisa, 24 anni, a cui è stata negata la partenza a causa del suo “pomo d’Adamo sporgente”, e che è stata vittima di insulti e misgendering.

Alcunɜ attivistɜ riportano problemi simili anche nel caso di uomini trans con documenti rettificati e le persone non binarie a cui è stato assegnato alla nascita il genere maschile e i cui documenti sono rimasti invariati.

Il 21 settembre è iniziata la mobilitazione in russia. Tralasciando il fatto che poche persone scelgono di partecipare volontariamente ai crimini di guerra, negli ambienti militarizzati e segregati per genere (esercito) sono frequenti i casi di transfobia e violenza, è difficile avere accesso alle terapie ormonali e ricevere l’assistenza medica necessaria, il che aumenta significativamente i rischi per la vita e la salute.

Le persone transgender e non binarie con un genere anagrafico maschile e/o una specializzazione militare si trovano in una situazione difficile. Moltɜ hanno lasciato il paese nei primi due giorni successivi all’annuncio della mobilitazione; alcunɜ sono rimastɜ per sottoporsi a costose visite mediche per rettificare i documenti.

Il costo di tali visite parte da 20000 rubli e può arrivare fino a 80-100000 rubli, senza contare i soldi per il viaggio. La durata di questa trafila burocratica varia da alcune settimane a diversi anni, a seconda dei tempi di attesa e delle caratteristiche di ciascun istituto medico.

Inoltre, a seconda dell’istituzione, non sono rari i casi di discriminazione di persone trans, omosessuali e non binarie.

Problemi con i farmaci

A partire da febbraio 2022, per una serie di motivi (sanzioni da parte delle aziende farmaceutiche, problemi di trasporto, variazioni dei tassi di cambio e speculazioni dei fornitori), l’importazione di farmaci per la terapia affermativa di genere in russia è stata interrotta. Allo stesso tempo, ufficialmente nel paese non viene prodotto un singolo farmaco a base di testosterone ed estradiolo, raccomandati per questa terapia.

Secondo i risultati di uno studio condotto in collaborazione con la Fondazione “Sfera”, i prezzi dei farmaci per la terapia affermativa sono aumentati in modo significativo (fino a 5 volte in alcune regioni), e la loro carenza, unita all’impossibilità di acquistarli, possono portare all’interruzione della terapia.

Nel frattempo, a partire da febbraio 2022, nel contesto della catastrofe umanitaria in Ucraina, le farmacie sono rimaste chiuse anche nelle grandi città; questa situazione persiste attualmente nei territori occupati. Ciò rende del tutto impossibile l’acquisto di farmaci per la terapia affermativa.

Le conseguenze di una brusca sospensione della terapia includono l’acuirsi della disforia di genere, ansia e depressione, autolesionismo, pensieri e comportamenti suicidari, nonché malessere fisico, sbalzi d’umore e vampate di calore. Se a una persona sono già state rimosse le gonadi, possono svilupparsi sintomi di ipogonadismo (carenza di ormoni sessuali).

Un ulteriore problema è rappresentato dal trasporto dei farmaci oltre confine, soprattutto di quelli a base di testosterone, classificati come farmaci ad alta attenzione, e che come tali necessitano di particolari documenti rilasciati da un medico e vanno dichiarati alla dogana. Le quantità autorizzate all’importazione variano da paese a paese, ma in generale sono molto limitate. Questo significa che, una volta raggiunto il paese di destinazione, bisogna capire come ottenere il farmaco, sostenere delle visite mediche (spesso a pagamento) e affrontare la transfobia del personale medico, diffusa anche nei paesi dell’UE. Maggiori informazioni sullo stato della medicina affermativa di genere e sul rispetto dei diritti dellɜ pazientɜ trans sono reperibili sulla Trans Rights Map, pubblicata nel 2022 dall’organizzazione TGEU.

Moltɜ medicɜ hanno lasciato il paese

Le persone trans e non binarie sono spesso costrette a non potere scegliere lɜ medicɜ più vicinɜ, ma a cercare unə medicə sulla base delle raccomandazioni di altre persone e organizzazioni trans, per trovare unə specialista sufficientemente competente e discretə.

Di solito si tratta di persone che hanno seguito un percorso di formazione specifico nel campo della salute trans. Pertanto, questɜ specialistɜ sono preziosɜ alleatɜ della comunità trans e i loro contatti passano di mano in mano.

Con l’inizio della guerra, moltɜ medicɜ hanno lasciato l’Ucraina e la russia, a causa delle minacce alla sicurezza personale, del rischio di mobilitazione (soprattutto in russia, dove lɜ medicɜ non vogliono partecipare ai crimini di guerra), della persecuzione da parte dello stato per la loro opposizione alla guerra (in russia). Spesso si tratta proprio dellɜ medicɜ alleatɜ della comunità trans.

A questo proposito, molte persone trans e non binarie sono state private delle cure dellɜ loro medicɜ, e sono state costrette a rivolgersi ad altrɜ professionistɜ per le prescrizioni, esponendosi alla transfobia del personale medico.

Difficoltà con l’emigrazione

Decidere dove emigrare è molto più difficile per le persone trans e non binarie che per le persone cisgender, perché non è una mera questione di lavoro e sicurezza politica. Le persone queer si chiedono come sarà il paese di destinazione in termini di opinione pubblica e legislazione in merito alle persone LGBTQ+. Le persone trans sono preoccupate anche per aspetti quali la possibilità di rettificare il genere anagrafico nei documenti, la disponibilità e il costo dei servizi di medici competenti, degli interventi chirurgici e dei farmaci di affermazione del genere, il livello di transfobia sociale e statale. Allo stesso tempo, è rilevante anche il livello di transfobia tra le persone LGB, poiché anche all’interno della stessa comunità non sono rari i casi di transfobia e discriminazione da parte dei suoi membri cisgender.

I percorsi di transizione sociale e medica possono variare significativamente in un altro paese, e non sempre in meglio. Ad esempio, alcuni paesi dell’Unione Europea (tra cui destinazioni migratorie popolari per russi e ucraini come la Repubblica Ceca, la Lettonia, il Montenegro e la Finlandia) prevedono ancora operazioni di sterilizzazione obbligatorie (rimozione degli organi genitali interni).

Vulnerabilità sovrapposte

Inoltre, quanto più difficili sono le condizioni di partenza delle singole persone, tanto più drammatico è l’impatto della guerra sulle loro vite. Persone con disabilità, sex workers, persone a basso reddito, non bianche, migranti, versano in condizioni ancora più drammatiche se sono anche trans e non binarie.

Raramente le persone trans appartengono agli strati privilegiati della popolazione e degli attivisti. Le organizzazioni attualmente impegnate negli aiuti sono poco attente ai bisogni delle persone trans, non le comprendono appieno e spesso trasmettono la sensazione che per loro sia un fastidio tenere a mente alcune particolarità, “sbattersi” per creare “condizioni ottimali”.

Si sente spesso dire che ora “non è il momento di pensarci” e “ci sono bisogni più urgenti”. Ma allora sorge una domanda: quand’è che lo sarà?

Svolgono, invece, un ottimo lavoro le organizzazioni trans specializzate o le organizzazioni LGBTQ che hanno persone trans al proprio interno e portano avanti una politica trans forte e indipendente.

Sfortunatamente, soprattutto in russia, sono proprio queste le organizzazioni che hanno subito un drastico calo dei finanziamenti, sono tagliate fuori dalle sovvenzioni a causa di sanzioni bancarie, leggi sullɜ agentɜ stranierɜ e altri rischi.

Tutto ciò rende critico l’impatto della guerra sulla vita delle persone trans e le rende particolarmente vulnerabili. Affinché la situazione migliori, sono necessari finanziamenti e collegamenti con organizzazioni che già lavorano con le persone trans, la creazione di programmi di sostegno specifici, che includano persone trans e non binarie, nonché un particolare sostegno da parte della società civile e degli stati che promuovono i valori umanistici.


Anastasia Komarova (@nanjomusxo) è nata in Russia nel 1992 ma cresciuta in Italia. È traduttrice e interprete, fa parte dell’associazione Polski Kot di Torino. Dall’inizio della guerra in Ucraina traduce testi e cura progetti legati alla resistenza culturale e artistica russa. Alcune sue traduzioni sono apparse online per Valigia Blu, Andergraund, il blog di Memorial Italia. Ha tradotto “da febbraio a febbraio” dell’artista russa Varvara Pražka (Prinz Zaum, 2024). 


 


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